Intervista con Elisa Guerra – Percorso, sfide e sogni nel Brazilian Jiu Jitsu (Parte 2).

Il ruolo del BJJ nella vita quotidiana
D: In che modo il Jiu Jitsu ha cambiato la tua vita fuori dal tatami?

R: Nella mia vita quotidiana il BJJ assorbe praticamente tutto il mio tempo extra lavoro. Diciamo che tutta la mia vita dà la precedenza al BJJ, ma credo sia una cosa abbastanza comune per tutte le persone che vivono questo mondo. Sono in palestra ogni sera, o per allenarmi o per insegnare. Mentre il weekend sono ad eventi collegati al bjj; che siano gare, open mat o seminari; comunque passo il mio tempo facendo jiu jitsu o con persone del jiu jitsu.

D: Ti ha aiutata nella crescita personale, nella disciplina o nella gestione dello stress?

R: Sicuramente il jiu jitsu mi ha dato molto nella vita, sia a livello personale che a livello di amicizie.
Ho scoperto di essere una persona determinata, cosa che prima di fare bjj non pensavo di essere, e questa consapevolezza ovviamente si è traslata anche nel resto della mia vita, come nel lavoro o in altre situazioni personali successe.
Rimango sempre una lagnona stratosferica sia chiaro, appena vedo delle difficoltà devo prima piangere, ma poi indubbiamente reagisco e cerco di mettermi degli obiettivi piccoli che pian piano mi portano all’obiettivo finale, esattamente come si fa nel jiu jitsu.


Allenamento e preparazione
D: Come ti alleni ogni settimana e come bilanci tecnica, forza e recupero? C’è un esercizio o una routine che consideri indispensabile per il tuo livello?


R: La mia settimana di allenamenti è variabile in base alle necessità, ma in linea di massima, lavorando, riesco a fare un allenamento di Jiu Jitsu al giorno e 3 o 4 allenamenti di pesi a settimana, domenica riposo totale.
A Livello di forza sto lavorando in maniera più mirata ultimamente facendo esercizi per allenare le prese e l’esplosività del movimento e devo dire che la cosa sta dando i suoi frutti.
Certamente post infortunio ho imparato a fermarmi e ad ascoltare il mio corpo di più, quindi se sento che son stanca ricalibro gli esercizi e magari faccio più riposo o, se non voglio fermarmi, mi alleno in modo più leggero o mirato.
Ascoltarsi è davvero fondamentale e previene molti infortuni.

Essere donna nel BJJ
D: Come vivi l’esperienza di praticare uno sport ancora molto maschile?


R: Essere donna nel modo del Jiu Jitsu a volte non è semplice, lo ammetto.
Diciamo che io sono molto un maschiaccio, lo sono sempre stata fin da piccola, per cui in realtà mi son sempre trovata e mi trovo tutt’ora molto bene e a mio agio in un mondo principalmente maschile.
Non sono mai stata troppo attenta alle classiche cose da ragazze, per cui non mi mette a disagio essere coinvolta in battute, scherzi o discorsi più maschili.
Ed in realtà credo che tutte le ragazze del mondo del jiu jitsu siano abbastanza allineate col mio mood, e con questo non dico assolutamente che siano poco femminili, anzi, alcune (non io di certo) lo sono davvero molto, ma allo stesso tempo reggono bene il fatto di convivere in questo mondo principalmente maschile.
Certo non mancano purtroppo dei momenti di sconforto in tutto questo: ad esempio nei momenti dove noi donne abbiamo il nostro periodo, stiamo male, il corpo non ha forza o comunque è meno reattivo, e ci sembra di non essere capaci a fare nulla o ci sentiamo a disagio ad allenamento, ma è una cosa normale che accusiamo tutte in ogni sport, ma  che, anche se condividiamo il tatami con gente per lo più del sesso opposto, non dovremo farci troppi problemi ad esprimere e normalizzare.
Credo che il tema principale dell’essere donna sul tatami sia semplicemente quello di avere consapevolezza  di questo fatto senza esasperarlo, usarlo come “scusa” od estremizzarlo.


Dobbiamo essere consapevoli che i giorni non sono tutti uguali in base al periodo del mese in cui siamo, dobbiamo essere consapevoli che nella maggior parte dei casi andremo a lottare con gente più pesante di noi o dello stesso peso ma con una forza maggiore.
Ad ogni modo credo che di questo possiamo farne un vantaggio, non un problema. Dobbiamo essere forse un po’ più accorte nell’ascoltare il nostro corpo prima di affrontare determinate lotte magari, ma solo nell’ottica di prevenire eventuali infortuni. Dobbiamo essere consapevoli che è molto utile allenarsi con le altre donne, perché alla fine le gare le facciamo tra donne, per cui allenarsi con gli uomini va benissimo, ma è molto produttivo confrontarsi anche con il settore femminile non solo nelle competizioni.
Spesso il modo di combattere femminile è molto diverso da quello maschile quindi io,ad esempio, mi son trovata spiazzata in gara, proprio perché abituata alla lotta con gli uomini in allenamento.


Proprio per questo cerco di partecipare, supportare e promuovere gli eventi femminili, non per estremizzare il movimento, ma semplicemente per farlo crescere e perché molto spesso noi donne ci troviamo da sole in una squadra, o in minor numero, per cui le occasioni di confronto tra noi sono notevolmente ridotte. Personalmente non vorrei, nei miei allenamenti, seguire solo ed unicamente classi femminili, forse quando faccio tecnica anche sì, ma quando si tratta di fare sparring libero o condizionato sono troppo abituata alle classi miste e devo dire che mi sfogo molto di più a lottare con un uomo, perché sono comunque abbastanza pesante e quando lotto con donne devo sempre stare attenta a non mettere troppo peso per non fare male alla mia sparring partner, mentre con gli uomini tanti problemi non me ne faccio e anzi penso solo a lottare senza limiti.


Questo però è perché sono abituata a questo mondo e veramente non trovo più nessun imbarazzo a riguardo, ma capisco che magari per una ragazza che deve iniziare, il fatto di avere delle classi femminili o un buon gruppo di donne all’interno della scuola possa essere fondamentale per poi rimanere.

D: Che consiglio daresti a una ragazza che vuole iniziare BJJ ma ha timore ad avvicinarsi?


R: Diciamo che per iniziare questo sport non bisogna farsi troppi problemi di capelli distrutti, unghie corte, sudore e chi più ne ha più ne metta; ma alla fine, se si resiste un po’ al primo impatto, credo che si possa trovare tutto questo molto divertente in un certo senso.
Forse per una ragazza che si approccia a questo sport (senza aver mai fatto altre arti marziali) l’impatto più grande è dettato sicuramente dalla barriera del totale contatto col mondo maschile, e dal fattore “femminilità” come ho già detto.


Per quanto riguarda questo secondo fattore credo che l’approccio sia abbastanza relativo e dipenda dalla propria personalità. Certo se poi vogliamo andare a guardare che se mettiamo un vestitino corto il rischio è quello di mostrare delle gambe piene di lividi allora si, questo potrebbe essere considerato “poco femminile” dalla maggior parte della società, ma la domanda reale è: chi lo stabilisce? E soprattutto, a chi dobbiamo rendere conto dei nostri lividi sulle gambe o degli occhi neri se non a noi stesse?
Io lotto, le ragazze che fanno Jiu Jitsu lottano, e sono cazzutissime quando lo fanno, quindi ben venga che magari possano non rispettare gli standard imposti dalla società: sono muscolose, hanno i lividi, hanno una passione che le rende felici e la portano addosso con orgoglio.
Quindi la cosa che mi sentirei di dire alle ragazze che vorrebbero provare a fare Jiu Jitsu è molto semplice: provate senza la paura di “poter sembrare meno femminili”, non lo sembrerete, anzi se poi vi piace, potrete solo correre il rischio di vantarvi di quei lividi e di sembrare più felici!


Se la paura dipende invece dal primo fattore, ovvero quello di lottare a stretto contatto con i ragazzi allora è un’altra situazione, perché in questo caso si devono affrontare e superare delle barriere inconsce un po’ più pesanti.


Ad ogni modo io fortunatamente non mi sono mai sentita a disagio a livello fisico con dei ragazzi sul tatami, ho sempre trovato ragazzi ed uomini super educati e rispettosi del fatto che fossi una donna e di questo davvero bisogna farne parola, perché ogni tanto esce la notiziona che fa scalpore di maschi che approfittano un po’ delle ragazze sul tatami per provarci magari o cose così, ma reputo che questi siano casi abbastanza isolati, perché davvero la stra grande maggioranza di loro è impeccabile a riguardo, e di questo bisogna dar loro atto e forse bisognerebbe parlarne un po’ di più!

 

Nella terza ed ultima parte, Elisa condivide il suo messaggio alla community del Brazilian Jiu Jitsu e parla dei suoi prossimi obiettivi dentro e fuori dal tatami.

Un finale pieno di ispirazione, autenticità e passione per il BJJ.

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